Now published in Massimiliano Guareschi, Federico Rahola, Forme della città. Sociologia dell’urbanizzazione.
Prima del conflitto, i territori danno segni. Sono segni dei desideri e delle paure condivise, forse anche segni di insorgenze latenti, a venire, sedimentati in quelle che viviamo come “esperienze urbane”. Una pagina nota di Furio Jesi racconta come dʼimprovviso si possa rivivere la città nel giorno della rivolta: i luoghi quotidiani dellʼesperienza vissuta, dove si è baciato per la prima volta lʼamante, divengono ora ricettacoli di una nuova intimità con la dimora misteriosa del collettivo, della politica. “Sono i desideri su vasta scala a fare la storia”, scrive dʼaltra parte anche Don DeLillo in Underworld – ma come si raggiunge questa “vasta scala”? Dove si può sperare di visionare quel repertorio di sogni su piccola scala pronti a traslarsi – per “somma e sublimazione” – in “piani sul pianeta”, come li ha chiamati Guattari, dispositivi o piani dal cui incontro inevitabile viene il conflitto? Incontro inevitabile, perché questi sogni vogliono davvero conquistare la grande scala, scriversi in grande sotto il cielo; conflitto inevitabile, quando on the ground, sul campo, il terreno si fa riarso e polveroso, lʼaria irrespirabile.
…